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È ufficiale: Napoli sarà il campo di regata della 38ª edizione della Louis Vuitton America’s Cup, nel 2027. Per l’Italia si tratta della prima storica occasione di ospitare l’evento sportivo più iconico della vela internazionale. Una vittoria che nulla ha di scontato e che consacra la città partenopea a protagonista sulla scena globale.
L’annuncio è arrivato attraverso i canali ufficiali ed è il risultato di una collaborazione strategica tra Governo italiano, Team New Zealand e Royal New Zealand Yacht Squadron. La decisione segna un passaggio epocale per un Paese che, da sempre, si identifica come “terra di poeti, santi e navigatori”.
La scelta delle istituzioni, dal Governo al Comune di Napoli, passando per il ministero dello Sport e il ministero dell’Economia, in sinergia con la Louis Vuitton Cup e il Louis Vuitton America’s Cup Match, rappresenta un riconoscimento prestigioso alla passione e alla competenza velica italiana. È la conferma di Napoli come capitale culturale e sportiva, capace di accogliere, raccontare e valorizzare eventi di portata mondiale.
In un singolare intreccio di simboli e destino, proprio in questi giorni Napoli ha accolto, al termine del suo tour mondiale lungo due anni, l’Amerigo Vespucci, universalmente nota come “la nave più bella del mondo”. Una coincidenza che profuma di riscatto e riconoscenza per una città che da sempre sogna questo momento. L’Amerigo Vespucci, infatti, ha visto la luce proprio grazie a Napoli, nello storico cantiere navale di Castellammare di Stabia, all’epoca Real Cantiere Borbonico, oggi parte del gruppo Fincantieri. Un’ulteriore testimonianza della grande tradizione navale e del saper fare italiano.
Non solo una straordinaria occasione di investimenti diretti e indiretti per restituire a Napoli il suo ruolo di palcoscenico internazionale, ma anche l’opportunità concreta per ripensare e ridisegnare la città, o almeno una parte di essa.
Il campo di regata abbraccerà idealmente Posillipo, spaziando da Castel dell’Ovo, che proprio in questi mesi sta tornando al suo splendore grazie a un importante intervento di restauro, fino all’isola di Nisida e proseguendo lungo la linea di costa verso Bagnoli.
Un’area simbolica, quella dove iniziano i Campi Flegrei, e dove appare sempre più urgente intervenire per sanare le fragilità strutturali e ambientali di un territorio da troppo tempo in attesa di riscatto. A Bagnoli, in particolare, si apre oggi una possibilità concreta di restituire dignità e funzione a un’area martoriata, quella dell’ex complesso industriale Italsider, che insieme al litorale circostante attende un progetto di rigenerazione capace di rispondere finalmente alle aspettative della città e dei suoi cittadini.
Un luogo privilegiato per seguire le regate potrà essere, in base al vento, l’iconica Accademia Aeronautica di Pozzuoli, che domina il golfo dall’alto. Un luogo caro non solo ai napoletani ma anche agli astronauti italiani, che qui si sono formati e preparati alla carriera di piloti prima e di esploratori dello spazio poi.
E poiché anche l’economia si sta trasformando, sarebbe affascinante immaginare che le squadre dell’America’s Cup possano scegliere di insediare parte delle loro basi operative in una zona strategica del porto di Napoli. Magari proprio nella storica area petrolifera a est, oggi in cerca di una nuova identità, che potrebbe così rinascere grazie a investimenti mirati di riqualificazione.
Una visione che si integrerebbe perfettamente con la crescita già in atto del settore crocieristico e che, con nuovi insediamenti e strutture ricettive, potrebbe sorprendere e attrarre anche i flussi turistici più esigenti, consolidando Napoli come una delle capitali mondiali del mare.
E io, da appassionato esploratore delle meraviglie spesso nascoste che il nostro territorio sa offrire, sogno da sempre la rinascita della stazione di Palazzo dell’Immacolatella, conosciuta anche come Immacolatella Vecchia. Un autentico gioiello del barocco napoletano, costruito intorno al 1740 per volontà di Carlo di Borbone e progettato dall’architetto Domenico Antonio Vaccaro.
In origine, l’edificio era il primo punto di approdo e accoglienza nel porto di Napoli, sede della Deputazione della Salute, l’autorità che controllava la salute di navi ed equipaggi provenienti da ogni parte del mondo.
Oggi questo luogo carico di storia e significato, recentemente restaurato, potrebbe diventare protagonista di una nuova stagione: riscoperto, valorizzato e rifunzionalizzato come cornice ideale e reale per eventi internazionali come la Louis Vuitton America’s Cup e, chissà, magari domani anche come acceleratore di nuove avventure e imprese globali. (foto di Maria Bobrova su Unsplash)
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